Tante possibilità di lavoro per i Periti Agrari e Periti Agrari Laureati; le attività più ricorrenti svolte sono quelle dell’assistenza agricola in generale che passano dalla progettazione e direzione lavori in ambito agricolo, all’estimo, topografia/catasto, alla gestione di aziende agricole, alle consulenze in ambito agronomico con specializzazioni che, a seconda delle aree geografiche di operatività riguardano la zootecnia, la frutticoltura o l’industria agraria, sino all’enologia (dal settore agrituristico alla gestione dei fondi comunitari, dall’estimo alla tenuta delle contabilità/bilanci aziendali).
La presenza capillare sul territorio riveste frequentemente anche un ruolo sociale importante visto che si tratta di una categoria a presidio di beni primari come quelli agricoli o per le stesse imprese familiari.
A livello regionale gli iscritti che svolgono attività professionale sono circa 2.700 – in lieve calo rispetto al passato a causa dell’eliminazione dell’albo speciali che inseriva tra i periti agrari anche dipendenti pubblici che potevano, previo autorizzazione del proprio ente svolgere attività professionale – sparsi nel territorio regionale e in via di aggregazione visto che in Romagna è stata realizzata una fusione tra i 3 ordini di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e anche nella parte Occidentale dell’Emilia potrebbe accadere qualcosa di simile per garantire una formazione adeguata e il giusto e puntuale supporto agli iscritti. Attualmente il coordinatore regionale è Luigi Raffaele Zanna che è anche Consigliere Nazionale e presidente dei Cup territoriali d’Italia insieme a Massimiliano Fabozzi, consulente del lavoro di Foggia e a Giuseppe Geda, chimico di Torino, che segue il Nord.
“I rapporti con le altre categorie professionali sono positivi, tanto che frequentemente si creano sul territorio studi associati interdisciplinari, con all’interno i periti agrari e periti agrari laureati – spiega Luigi Raffaele Zanna – e le opportunità di lavoro non mancano in quanto il mondo agricolo continua a tirare anche grazie ai frequenti investimenti e alla gestione dei finanziamenti comunitari che favoriscono in particolare il ricambio generazionale del settore, mantenendolo aggiornato e competitivo”.
Per i giovani ci sono buone possibilità di ingresso e chi fa praticantato presso studi tecnici, conseguendo l’abilitazione all’esercizio della libera professione, poi si mette in proprio e trova un discreto interesse da parte degli operatori del settore, iniziando con attività marginali per poi inserirsi in maniera più penetrante.
Lo stesso dicasi per i giovani richiesti come dipendenti o collaboratori degli studi professionale, per i quali c’è molta più richiesta da parte degli studi che offerta.
“Per affrontare le attività principali dell’assistenza agricola in generale, della progettazione e direzione lavori e dell’estimo così come per le consulenze in ambito agronomico, zootecnico o forestale – spiega Zanna – i periti possono operare su tutto lo spettro delle imprese e la differenza per una buona riuscita o meno dell’attività professionale richiesta la fa il ‘saper fare’ e non il ‘poter fare’ le cose”. Da questo si può ben capire quale possa essere il reale valore di una formazione continua di alto livello.
“Seguendo un consolidato trend nazionale, tutta la filiera dell’enogastronomia – spiega Zanna – è quella più attiva, e il vitivinicolo è fortemente in espansione; noi periti possiamo fare consulenza per tale settore che parte dalla scelta varietale, del sesto di impianto, dalla forma di allevamento dei vigneti alla progettazione delle cantine, dei locali destinati alla trasformazione dei prodotti aziendali, accompagnando nelle scelte dei piani di investimento a tutto tondo, inclusa la direzione lavori”.
Altro settore trainante della nostra Regione per le Provincie di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna è quello legato alla produzione di Parmigiano Reggiano e degli allevamenti zootecnici finalizzati alla produzione di latte o carne (bovini, suini, ovi/caprini, pollame) ai caseifici, locali di macellazione, trasformazione e vendita dei prodotti aziendali.
Così come ci sono buone chance nella frutticoltura in particolare nelle zone del ferrarese e della Romagna anche se non sono poche le criticità del settore che, proprio per questo, rincorre l’innovazione ed è alla continua ricerca di nuove scelte varietali e mercati del prodotto.
“A questo riguardo ci stiamo specializzando anche sulla commercializzazione e sui nuovi mercati di sbocco specie per i prodotti di nicchia”, spiega Zanna.
E, sempre rimanendo in tema di prodotti agroalimentari, uno dei possibili sbocchi dei periti agrari è rappresentato dalla progettazione e dall’allestimento dei punti vendita delle aziende nei centri storici o “spacci” all’interno delle aziende medesime. Naturalmente non prima di aver individuato e controllato e certificato (molti nostri iscritti operano quali tecnici per enti certificatori sul biologico) con accortezza le nicchie produttive giuste “nell’assoluta certezza – conclude Zanna – che ora serve qualità non quantità altrimenti non possono esserci margini per competere, con i prezzi della grande distribuzione organizzata che spesso propone prodotti provenienti da stati dove esistono disciplinari e costi di produzione assolutamente in contrasto con la nostra legislazione nazionale”.