Possibile richiedere fino a 25mila euro per investimenti in Ict e formazione – Fondi disponibili anche per esigenze di liquidità
Importante opportunità di finanziamento anche per i professionisti grazie al microcredito. E’ infatti operativo il Fondo regionale di microcredito, uno strumento finanziario per chi vuole migliorare la propria attività avendo più liquidità per investire in innovazione, in beni e servizi o rinnovare l’organizzazione.
Il Fondo offre la possibilità di ricevere fino a un massimo di 25.000 euro, senza interessi e con le sole spese di istruttoria e di garanzia del credito. Possibile fare domanda fino al 31 dicembre 2020.
Sono finanziabili i seguenti investimenti: innovazione, prodotti e soluzioni di Ict, sviluppo organizzativo, nuovi prodotti e/o servizi che presentino potenzialità concrete di sviluppo e consolidamento di nuova occupazione, formazione, anche di natura universitaria o postuniversitaria volta a elevare le proprie qualità professionale e capacità tecniche e gestionali o dei propri dipendenti. Il Fondo risponde anche a esigenze di liquidità, connesse allo sviluppo dell’attività, compreso il costo di personale.
Possono accedere al micriocredito:
– i lavoratori autonomi e i liberi professionisti operanti in Emilia-Romagna, titolari di partita Iva da non più di 5 anni, alla data della domanda, e con fatturato compreso fino a 100mila euro;
– i liberi professionisti iscritti agli ordini professionali o aderenti alle associazioni professionali comprese nell’elenco del Mise (legge 4/2013)
– le imprese individuali, società di persone, società a responsabilità limitata semplificata o società cooperative sempre operanti in Emilia-Romagna, che alla data della domanda siano avviate da non più di 5 anni con fatturato annuo fino a 200.000 euro
– le forme aggregate tra professionisti con i medesimi requisiti previsti per le imprese.
“Si tratta – spiega il presidente del CUP-ER Alberto Talamo – di una importante opportunità per gli studi professionali alla quale diventa possibile accedere anche grazie alla sempre più stretta collaborazione tra il CUP ER e la Regione Emilia-Romagna. Peraltro la possibilità di restituire solo il capitale erogato agevola di molto anche le strutture professionali di minore dimensione”.