Il Patto per il lavoro compie 4 anni e la scelta delle politiche condivise tra mondo produttivo, professioni (con il CUP-ER in prima fila) e istituzioni ha prodotto risultati significativi per l’economia dell’Emilia-Romagna. Le risorse complessivamente investite al 2019 ammonteranno a 22,3 miliardi, somma sensibilmente superiore rispetto ai 15 miliardi inizialmente stimati alla sottoscrizione del Patto (nella foto il tavolo del Patto per il lavoro nella seduta del 19 luglio scorso). Quasi 7,5 miliardi in più: ulteriori risorse nazionali, europee e regionali che la Giunta regionale ha scelto i questi anni di investire per rafforzare le proprie politiche per il rilancio dell’economia e della buona occupazione.
Un investimento “produttivo” visto che dal 2014 al 2018, il valore aggiunto dell’Emilia-Romagna è cresciuto del 5,5%, più della media nazionale (+4,5%), l’occupazione ha superato la soglia di 2 milioni di unità, 94 mila in più rispetto alla media del 2014 (+4,9%), con la disoccupazione media degli ultimi mesi scesa al 5,8%, dal 9% di inizio legislatura, la quota di NEET, i giovani che non studiano né lavorano che segna un -4%, la riduzione degli abbandoni scolastici prematuri di un altro 2% e il tasso di scolarizzazione superiore che sale all’85% (+3,5%). “Risultati – spiega il presidente del CUP-ER Alberto Talamo – che sono anche il frutto dell’apporto del variegato mondo dei professionisti che sono spesso l’anima dell’innovazione e della progettualità dentro e fuori le imprese. Professioni che non hanno fatto mancare, e non faranno mancare in futuro, il loro apporto in termini di proposte e progettualità”.