Si fa sempre più saldo il rapporto tra istituzioni e professionisti. In particolare tra la Regione Emilia-Romagna e il Comitato unitario delle professioni CUP-ER Emilia-Romagna che ha vissuto nella mattinata di ieri, 5 marzo, un momento importante sul fronte del dialogo ma soprattutto delle realizzazioni concrete. A partire dal fatto che è stato sottoscritto tra Regione e professionisti un accordo che prevede da una parte l’istituzione di un “Osservatorio regionale sul lavoro autonomo in Emilia-Romagna” (anche con il supporto di Ervet) e dall’altro l’apertura di “sportelli per il lavoro autonomo” presso i centri per l’impiego operanti nell’ambito dei capoluoghi di provincia e della Città Metropolitana di Bologna, presso cui offrire servizi di supporto alla creazione di lavoro autonomo, anche mediante attività di informazione e orientamento alle opportunità di lavoro autonomo sul territorio regionale, per persone in cerca di prima o nuova occupazione con priorità agli utenti che dichiarino di aver svolto esperienze di lavoro autonomo e attività libero professionale.
Ma intanto alcuni numeri sono già sul tappeto, perché occorre analizzare il presente se si vuole costruire il futuro. Parte da questa idea il lavoro di indagine del mondo dell’attività autonoma e professionale in Emilia-Romagna (messo a punto da Ervet) e che ruota intorno a poco meno di 450mila soggetti, circa il 23% dei lavoratori complessivamente attivi in regione. L’Emilia-Romagna – spiega Alberto Talamo, presidente del Comitato unitario delle professioni CUP-ER, che in regione raggruppa circa 105mila professionisti – rappresenta la quarta regione in Italia per numero di occupati indipendenti, con una quota dell’8-9% sul totale nazionale, dopo Lombardia (17%), Lazio (10%) e Veneto (9%). E con una stima compresa tra 100-113 mila occupati liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza professionale – a cui se ne aggiungono altri 70mila non iscritti a casse professionali – l’Emilia-Romagna rappresenta circa il 7-8% dei liberi professionisti in Italia, una quota simile a quella di Toscana e Piemonte. Soggetti che sviluppano un’attività fondamentale per la crescita economica complessiva e per la normale vita dei cittadini e che da ora, grazie anche al CUP-ER, trovano adeguata rappresentanza.
Ma i dati ci dicono anche che tra il 2008 e il 2017, in Emilia-Romagna, i liberi professionisti delle classi di età più giovani si sono proporzionalmente ridotti (dal 24% al 13%), mentre è cresciuto il peso degli over 55 anni (dal 22% al 34%). Ragion per cui il lavoro autonomo va prima di tutto spiegato ai giovani e poi sostenuto. In questo contesto – conclude Talamo – diventa fondamentale il ruolo degli “sportelli per il lavoro autonomo” che mediante attività di informazione e orientamento alle opportunità di lavoro autonomo sul territorio regionale, aiuta le persone in cerca di prima o nuova occupazione. Passo fondamentale in tal senso è proprio il protocollo di intesa tra la Regione Emilia-Romagna, l’Agenzia regionale per il lavoro, il Comitato Unitario delle Professioni dell’Emilia-Romagna CUP-ER e Confprofessioni ER che viene siglato oggi.
E l’importanza del ruolo delle libere professioni è stato riconosciuto dal presidente della Regione Stefano Bonaccini che visto nel mondo dei professionisti un “serbatoio” di competenze a cui attingere ma anche dare sostegno e supporto.