Circa 600 professionisti ampliano la platea del CUP-ER
Conoscenze non comuni e indispensabili per la società e il sistema Paese. E’ questo un momento storico importante che vede la Chimica e Fisica positivamente e riconosce a Chimici e Fisici un ruolo fondamentale per la salute della collettività.
Un ruolo fondamentale anche nella società emiliano-romagnola quello dei Chimici e dei Fisici il cui ordine infraregionale (che raggruppa le province di Bologna,Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini) a partire dal 2019 è rientrato all’interno del CUP-ER, il Comitato unitario delle professioni dell’Emilia-Romagna.
Molti sono i settori dove operano Chimici e Fisici: non solo il settore della sanità. Basti pensare ad esempio alla tutela e prevenzione dell’ambiente, alla salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, al settore agroalimentare, alla nutrizione e sicurezza degli alimenti, alla cosmetica e farmacologia, ai beni culturali, alla sicurezza nei trasporti via terra, aria e mare, ai sistemi di modellizzazione e di simulazione a supporto di vari settori produttivi, al settore energetico, alla direzione di laboratori, impianti ed imprese.
Peraltro, proprio nel 2018, in forza della legge 3, è avvenuto il cambio di denominazione del già Consiglio Nazionale dei Chimici in Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici e si è giunti alla creazione dell’Albo unico dei Chimici e dei Fisici in tutti gli Ordini territoriali. “Chimici e fisici rivestono oggi un ruolo centrale all’interno del sistema paese, quello di contribuire al miglioramento, allo sviluppo e all’innovazione dei processi produttivi e gestionali, e di essere determinante per la salvaguardia della salute della popolazione e dei lavoratori, per la tutela dell’ambiente e per realizzare nuovi prodotti sostenibili”, spiega Raffaella Raffaelli, presidente degli Ordine dei Chimici e dei Fisici delle 5 province emiliano-romagnole. Un ruolo però, aggiunge, “che deve trovare maggiore forza e visibilità anche all’estero e presso le istituzioni. Una necessità questa che ha determinato il reingresso in quel CUP-ER in cui eravamo fino al 2017 e in cui ora, rafforzati, facciamo ritorno”.
I numeri dicono che a breve i cinque territori aggregati raggiungeranno la soglia dei 600 iscritti . Si tratta, peraltro, spiega la presidente Raffaelli di un settore in cui la disoccupazione morde poco, non a caso entrambe le facoltà non sono a numero chiuso, e resta alta la domanda inevasa sul mercato del lavoro sia quello privato delle imprese che quello legato alla pubblica amministrazione. “Per noi – spiega Alberto Talamo, presidente di CUP-ER – si tratta di un ritorno graditissimo e che aumenta lo spettro delle professioni rappresentate. Professioni che continuano ad essere lo snodo essenziale dell’economia italiana e regionale in particolare”.