“Tanto più notaio, tanto meno giudici”. Questo che è diventato un celebre aforisma, venne pronunciato dal grande giurista quale è stato Francesco Carnelutti. E Aldo Moro, Ministro di Grazia e Giustizia, in occasione della VII Giornata Internazionale del Notariato Latino, eravamo nel 1955, spiegò così quella frase. “Là dove il giudice assume una funzione risanatrice e riordinatrice per così dire, della patologia della vita giuridica, il notaio ne assume una efficacemente preventiva dei conflitti, mediante la quale esso contribuisce potentemente alla realizzazione dell’ordine sociale. Ma al di là della posizione formale, che il notaio assume, di mediatore tra pubblico e privato, il notaio è anche l’equilibrato e responsabile consulente delle parti nella formazione ed espressione della loro volontà giuridicamente rilevante. E’ qui che la preparazione tecnica, la sensibilità umana, il senso sociale del notaio possono avere la loro esplicazione con effetti benefici di rilevante portata ed è qui che il notaio svolge in concreto un’attività veramente efficace per muovere ed orientare in senso costruttivo la vita sociale”.
Concetti espressi nel 1955 ma che Flavia Focchi – al vertice dei 390 notai attivi nella regione Emilia-Romagna da tre anni e giunta al terzo mandato per il collegio di Modena – sottoscrive appieno. E che una serie di norme stanno mettendo in pericolo. “Tanto che oggi i notai fanno preventivi su preventivi e ogni tre preventivi ne va in porto uno”, spiega la presidente Fiocchi. Preventivi? I notai? Si, preventivi. E se si guarda, ad esempio, al settore imobiliare, spesso tutto parte in agenzia quando chi vende casa cerca anche il notaio al miglior prezzo. Non quello più bravo, ma quello che costa meno. “Come se per andare dal medico si chieda il preventivo e non si scelga invece quello che più convince”, commenta la presidente dei notai dell’Emilia-Romagna. Il problema nasce dal fatto che sono state abolite le tariffe e ciascuno, anche a livello notarile, combatte come può anche tra Rimini e Piacenza. Con la conseguenza che i redditi dei notai scendono e “più di uno studio sta lavorando per pagare le spese e basta”, spiega Flavia Fiocchi. L’Emilia-Romagna è una regione abbastanza fortunata, ma anche qui il problema delle tariffe si fa sentire. “La speranza è che si arrivi il prima possibile all’equo compenso”, spiega Fiocchi; di fatto un meccanismo che individui la cifra che il giudice stabilirebbe di pagare quando vi sia un conflitto tra cliente e professionista o debba lui fissare il prezzo per altre ragioni. Perché va bene la concorrenza ma ora la gara si sta facendo esasperata e la cosa non funziona tanto per soggetti che hanno un ruolo pubblico quali i notai. Con un lavoro, peraltro, che sta cambiando pelle anche nella industriosa Emilia-Romagna. “Si perché se è vero che il mattone è in ripresa, almeno quanto a numero di transazioni, è altrettanto vero che i prezzi sono crollati; un meccanismo che comprime sempre più le parcelle che devono fare anche i conti con valori in calo per le costituzioni di società. Resta il grande terreno di lavoro della cura degli interessi familiari e dei lasciti testamentari, ma non c’è dubbio che la professione stia attraversando un momento complesso”. E come ne usciranno i notai? Bene, secondo Flavia Fiocchi, ma ad alcune condizioni: “concorsi sempre super selettivi, numero chiuso e capillarità delle sedi notarili sul territorio. Ciò che viene prodotto dal notaio difficilmente è oggetto di controversie e così deve continuare ad essere”.