Un anno dopo la sua approvazione, la legge urbanistica regionale 24/2017 presenta il conto. E i numeri sono positivi per un testo fortemente voluto dal mondo delle professioni, CUP-ER in testa. Come è infatti emerso ieri nel corso del convegno “Un anno dalla legge n. 24/2017 – Rigenerazione, tutela e uso del territorio” (che si è tenuto al Teatro Europauditorium organizzato dagli Ordini e Collegi professionali e dal Comitato unitario delle professioni dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con la Regione) il territorio sta iniziando ad essere interessato dai suoi primi benefici effetti: 37 km quadrati di previsioni di espansioni non realizzati; trend di consumo di suolo invariato, ma con ribaltamento interno con meno residenziale (dall’80 al 38%), più produttivo (dal 20 al 62%); rigenerazione delle città; cantieri ora possibili e investimenti per 100 milioni di euro. Ed entro il 2020 dovranno essere approvati i nuovi Piani urbanistici (Pug) dei Comuni incentrati sul taglio delle attuali previsioni di espansione, il recupero dell’esistente e la riqualificazione degli spazi urbani. Numeri alla mano, quindi, come ha sottolineato l’assessore alle Infrastrutture e all’urbanistica Raffaele Donini, “nella fase di transizione non c’è stato alcun assalto alla diligenza. Dei 250 chilometri quadrati di espansione previsti, sono partiti interventi solo nel 2,8% dei casi”. E questa è la dimostrazione, ha spiegato nel suo intervento il presidente della Regione Stefano Bonaccini, che “lo sviluppo di un territorio può andare di patri passo con la sua salvaguardia e quella complessiva dell’ambiente che è il bene in assoluto più prezioso che abbiamo”.
“I dati sul consumo di suolo, in frenata, e quelli di utilizzo, che privilegiano le attività produttive – commenta il presidente di CUP-ER Alberto Talamo – sono perfettamente in linea con le attese di una legge che come professionisti abbiamo fortemente voluto e della quale abbiamo a lungo discusse e concertato le fondamenta con la Regione. Adesso occorre andare avanti, specie per quel che riguarda l’edilizia privava, con la rigenerazione urbana e gli investimenti annunciati per oltre 100 milioni. Costruire meno va bene, ma occorre ristrutturare sempre più il patrimonio edilizio esistente che è sempre più vecchio e sempre meno efficiente dal punto di vista energetico e funzionale”.