La legge regionale 24/2017 innova radicalmente le regole urbanistiche vigenti in Emilia-Romagna. Operativa dal 1° gennaio scorso, la legge – che ha un periodo transitorio di tre anni durante il quale i vecchi “piani urbanistici” non verranno subito cancellati, così come restano validi i diritti acquisiti e i piani operativi – si muove verso precisi obiettivi: tutela del territorio, rispetto per l’ambiente, crescita intelligente e attenzione alla legalità, semplificazione e uniformità delle pratiche edilizie nei comuni della regione, attenzione allo sviluppo delle imprese.
Il 31 gennaio, a Bologna presso il teatro Europauditorium (piazza della Costituzione 4) a partire dalle 14.30 si è tenuto il convegno dal titolo “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio” organizzato da CUP E-R con la presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini, dell’assessore regionale ai Trasporti e all’uso del territorio Raffaele Donini, di tecnici della Regione che hanno illustrato gli aspetti fondamentali della normativa.
Consumo di suolo a saldo zero
Scopo della legge è abbattere del 60% le attuali previsioni urbanistiche passando, secondo le stime, dai 250 km quadrati di espansione previsti dagli attuali strumenti urbanistici a un massimo di 70 km quadrati e introdurre il principio del consumo di suolo a saldo zero, anticipando quanto fissato per il 2050 dal settimo Programma di azione ambientale dell’Unione europea.
Il consumo di suolo per ogni Comune non dovrà superare il 3% del territorio urbanizzato (oggi è l’11%) e sarà consentito solo per progetti capaci di sostenere lo sviluppo e l’attrattività del territorio come i nuovi insediamenti produttivi. Saranno esclusi dal limite i nuovi insediamenti residenziali legati a interventi di rigenerazione urbana in territori già urbanizzati o di edilizia sociale così come le pubbliche e i parchi urbani, gli insediamenti strategici di rilievo regionale e gli ampliamenti delle attività produttive esistenti.
Territori agricoli
Scopo della legge è abbattere del 60% le attuali previsioni urbanistiche passando, secondo le stime, dai 250 km quadrati di espansione previsti dagli attuali strumenti urbanistici a un massimo di 70 km quadrati e introdurre il principio del consumo di suolo a saldo zero, anticipando quanto fissato per il 2050 dal settimo Programma di azione ambientale dell’Unione europea.
Il consumo di suolo per ogni Comune non dovrà superare il 3% del territorio urbanizzato (oggi è l’11%) e sarà consentito solo per progetti capaci di sostenere lo sviluppo e l’attrattività del territorio come i nuovi insediamenti produttivi. Saranno esclusi dal limite i nuovi insediamenti residenziali legati a interventi di rigenerazione urbana in territori già urbanizzati o di edilizia sociale così come le pubbliche e i parchi urbani, gli insediamenti strategici di rilievo regionale e gli ampliamenti delle attività produttive esistenti.
Rigenerazione urbana e adeguamento sismico
La legge prevede forti incentivi per rigenerazione urbana, interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico. In particolare, la Regione stanzierà entro il 2020 contributi fino a 30 milioni di euro a fondo perduto per la rigenerazione delle città. Inoltre, sono previsti incentivi fiscali, volumetrici, legati alla qualità del progetto, oltre a procedure più veloci e snelle. Tra le novità, per quanto riguarda l’adeguamento sismico, vi è una norma “sblocca interventi” che prevede la possibilità per il 50% dei proprietari di un edificio di imporne la realizzazione alla restante quota di proprietari, anche se contrari.
Semplificazione amministrativa
La legge impone un unico piano per ogni livello territoriale per superare il sistema della “pianificazione a cascata” attribuendo più precise competenze a ogni ente, prevedendo inoltre un unico piano generale per ogni livello territoriale. Per la Regione il Ptr, Piano territoriale regionale, che ricomprenderà anche il piano paesaggistico e quello dei trasporti, mentre Città metropolitana di Bologna e amministrazioni provinciali si doteranno di un Piano territoriale metropolitano (Ptm) o d’area vasta (Ptav). Anche per i Comuni c’è un unico Piano urbanistico generale (Pug) per stabilire programmazione e pianificazione del loro territorio, che sostituisce il Piano strutturale comunale (Psc) e il Regolamento urbanistico edilizio (Rue). I Pug saranno poi attuati attraverso “Accordi operativi”, che sostituiranno Poc e Pua e che regoleranno nel dettaglio gli interventi da realizzare. Gli enti locali avranno tre anni dall’approvazione delle nuove norme per avviare i procedimenti di approvazione dei Pug e due anni per concluderli.
Concorsi di architettura, maggiore partecipazione e antimafia per i privati
Per promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei Comuni, vengono incentivati concorsi di architettura e incontri pubblici. Per aumentare la trasparenza e la legalità dei progetti urbanistici ed evitare infiltrazioni mafiose o corruttive, la legge impone le informazioni antimafia per i soggetti privati che propongono progetti urbanistici e recepisce le disposizioni dell’Autorità nazionale anticorruzione e le norme contro i conflitti di interesse.